Anástasis

Anástasis

gnōthi sautón“, “conosci te stesso” era la massima iscritta nel tempio di Apollo, a Delfi.

Conosci te stesso ed abbi la consapevolezza di essere inferiore a Zeus“, è la sentenza definitiva. Accetta il tuo limite umano per esaudire la tua felicità.

Questo progetto nasce dalla scelta di utilizzare l’argilla rossa come terracruda e lasciarla a seccare lentamente. Se l’argilla non viene cotta, produce inevitabilmente delle crepe che dall’interno tendono a spaccare la figura.

Solo attraverso la pratica, il medicamento della scultura, l’osservazione, la comprensione e la cura di ciò che la scultura tende a divenire nel tempo, è possibile concludere l’opera.

Le forme della scultura emergono dal contrasto con le crepe, l’aspetto dell’opera inganna, tende a svanire insieme alla sua forma, ma in verità si crea rincorrendo un processo di trasformazione da sempre contenuto nella materia, sino a generare un’opera in equilibrio, tra l’oltre e il qui.

Un Torace e Uno Sguardo
2025, red clay and enamel -30x35x15 cm

Un Torace e uno Sguardo è una scultura realizzata in
terra cruda, argilla rossa e pittura nera, che esplora l’incontro tra memoria e
abisso. L’opera presenta un torace frammentato, spaccato in due da una
profonda crepa, evocando una destrutturazione fisica e simbolica. Sopra di
esso è posato un volto nero, sospeso, in un delicato gioco di equilibri che
rappresenta un residuo di sogno, un ricordo impresso nel vuoto.
La scelta della terra cruda e dell’argilla rossa, con la loro qualità organica e
fragile, suggerisce l’impermanenza del corpo umano e delle emozioni che lo
attraversano. Il volto nero, è uno sguardo proveniente dal subconscio, il
frammento di un pensiero poco prima di addormentarsi.
La scelta di non fissare il volto al torace trasforma l’intera composizione in una
metafora visiva: l’equilibrio precario tra i due elementi incarna la tensione tra
corpo e mente, tra ciò che è materiale e ciò che è immateriale. Questo stato di
sospensione suggerisce una fragile posizione, dove il peso della realtà si
confronta con l’evanescenza dei ricordi onirici.
L’opera invita a riflettere su uno stato di “altezza abissale”, in cui il corpo e
l’immaginario si dissolvono, lasciandosi cadere in un processo di
trasformazione.
Le “macerie” non sono solo rovine, ma anche tracce di una realtà che si
scompone, frammenti di un sogno appena svanito, ancora sospesi tra il
tangibile e l’intangibile. L’instabilità stessa diventa il cuore pulsante della
narrazione, un dialogo perpetuo tra caduta e conservazione.

Clotho
2023, red clay and paraloid, 39x 25x 18 cm
The Sea Will Always Be Dear to You
2024, red clay and paraloid, private collection
The Day’s Surrender
2023, red clay and paraloid, 24x 24x 20 cm
Erinni
2023, red clay and paraloid, 38x 26x 15 cm

è realizzata in argilla rossa (terracruda) e trattata
con paraloid. Rappresenta una visione contemporanea dell’erinni. Privata del
volto, emblema dell’identità e della parola, e mutilata di arti, la figura conserva
solo un accenno di ali, come se la furia che la caratterizza fosse implosa,
trasformandosi in un nucleo statico di energia trattenuta.
La rabbia non si manifesta in azione, ma si cristallizza in una tensione repressa
che avvolge l’intera figura, ora intrappolata in uno stato di inquietante immobilità.
Il corpo, che richiama quello fragile e in evoluzione di un adolescente, diventa
simbolo di transizione e vulnerabilità, sottolineando l’ambiguità dell’opera.
Questa furia, pur spogliata del suo potere distruttivo, non perde intensità: si
trasforma in un’essenza sospesa tra rabbia e sensualità ambigua. L’assenza di
volto e arti non ne riduce la presenza, ma invita lo spettatore a colmare quel
vuoto, proiettando su di essa emozioni e significati personali.
L’opera riflette sul conflitto tra rabbia repressa e desiderio di espressione, tra
immobilità e trascendenza. È una meditazione sul senso dell’identità,
sull’impulso all’azione e sulla ribellione, catturando il momento in cui forza e
fragilità si fondono in un’unica, potente visione.